Missioni estere, la sfida è vinta
Piazzetta: i bilanci di Confindustria, Coldiretti e Piacenza Alimentare: contatti con centinaia di operatori stranieri da tutto il mondo. «Con Expo si è trovato il coraggio di osare, ora si va avanti per questa strada»
“Dobbiamo imparare a raccontarci meglio per ciò che siamo, per i nostri valori, che sono quelli della famiglia, della solidarietà». Ieri a Piazzetta Piacenza, che sta dedicando l’ultima settimana di Expo ai soci di Ats, incentrando ogni settimana su un tema, si è parlato di “Piacenza oltremura”, ossia di come nei mesi dell’Esposizione universale le imprese hanno cercato di aprire canali di contatto lungo un percorso che, a sentire i diretti protagonisti, ha comportato anche il conoscere meglio le potenzialità del territorio, per potersi proporre al meglio.
A rappresentare la task force di internazionalizzazione che durante l’Expo ha incontrato due province cinesi, la prefettura di Osaka e la città di Dubai, Elisabetta Virtuani, di Ats, e Maria Angela Spezia, responsabile per l’internazionalizzazione di Confindustria. Per l’associazione industriali era presente anche Luca Groppi. Per il Consorzio Piacenza alimentare è intervenuto il direttore Daniele Ghezzi, mentre Fabio Tavazzani, amministratore di Proposta, si è soffermato sui progetti portati avanti dalla sua agenzia per Coldiretti. A proposito delle emozioni, quale veicolo per attrarre l’interesse di potenziali acquirenti, proprio Spezia ha richiamato la positiva sorpresa riscontrata nelle visite ad aziende giunte già alla terza generazione. «Imprenditori che si tramandano un mestiere che diventa una passione» ha evidenziato Spezia auspicando che possa crescere nelle aziende la capacità di puntare sui punti di forza costituiti anche dalla tradizione. «Non dobbiamo autodenigrarci, ma invertire questa tendenza. In Paesi dove la disgregazione sociale è maggiore e si è perso il senso delle proprie origini, la nostra cultura così radicata sul territorio viene apprezzata moltissimo». L’Expo ha coinvolto 72 aziende associate a Confindustria, «di varie dimensioni e tipologie. Non solo agroalimentari, ma per la produzione di macchine e macchinari». Tredici i Paesi coinvolti, tra cui la novità di Nigeria, Kenya, Sud Africa e Angola. «È stato seminato molto per sei mesi. Abbiamo tanti spunti per poter proseguire. Expo ha aiutato le aziende a capire che aprirsi a un mondo che considerano non convenzionale può essere appagante. L’Esposizione universale ha dato coraggio alle imprese affinché riuscissero a osare. All’Expo ci abbiamo creduto fin dall’inizio e abbiamo avuto la conferma di un’opportunità straordinaria per cogliere quanto il mondo possa essere la nostra casa. C’era bisogno di un’iniezione di fiducia, dopo un periodo di crisi con riflessi – ha osservato Spezia- dal punto di vista non solo strutturale e finanziario, ma psicologico». Tavazzani ha insistito sulle modalità con cui far conoscere i vini piacentini e lo stesso territorio di produzione, partendo da specialità gastronomiche già note a livello internazionale, che hanno svolto una funzione di traino, dal grana padano al parmigiano reggiano, all’aceto balsamico di Modena. Ghezzi ha ricordato come Piacenza alimentare sia «il consorzio export più grande d’Italia. Expo ha acceso un faro importante per illuminare questo enorme giacimento di prodotti, che derivano dal lavoro di piccole e medie aziende, che non hanno marchi eclatanti, ma operano nel rispetto della tradizione con elevati standard di qualità. Se n’è avuta una riprova con la pizza del Guinness dei primati, un evento che il nostro presidente Sante Ludovico ha voluto regalare al territorio piacentino per ribadirne il notevole patrimonio di farine e pomodori».
Tratto da: Libertà Expo 2015, pagina 9, edizione del 29 Ottobre 2015.