Articolo tratto da Libertà, martedì 15 gennaio, p. 17
Coppa, gutturnio, pancetta e tante altre cose buone ed esclusive nate nel piacentino sono ancora appannaggio di pochi palati. Restano prelibatezze da negozio di vicinato o d'alta gamma più che non saportite tentazioni sui banconi di ipermercati e supermercati di altre regioni.
Manca un marchio anche territoriale che caratterizzi in modo indelebile la qualità e la provenienza, come richiedono le startegie della grande distribuzione organizzata (GDO). Confindustria si interroga su come facilitare questo colloquio commerciale e – con il professor Daniele Fornari, docente di Trade Marketing della Facoltà di Economia della Cattolica – ieri ha invitato Giovanni Panzeri, marketing manager di Conad e Maurizio Molinelli, presidente di Coop Eridania, a parlarne. Tante le domande che gli alimentaristi paicentini hanno poi ricolto a questi significativi esponenti della GDO. Si cerca la ricetta giusta per rendere commercialmente appetibili i nostri straordinari prodotti.
PIU' INNOVAZIONE Peraltro, spiega Sante Ludovico, vicepresidente del Consorzio Piacenza Alimentare, la produzione alimentare nostrana ha "tenuto" nel 2012, un anno critico per molti e confida in un rilancio nel 2013: "Ma servono grinta, idee e innovazione".
Dopo i saluti di Emilio Bolzoni, presidente di Confindustria e di Francesco Muselli, caposezione delle industrie alimentari, Fornari ha ricordato come il 75-80% delle famiglie si rivolga alla grande distribuzione. "Oggi più che mai servono relazioni negoziali" per far dialogare produttori e distributori, afferma il docente, citando la grande novità dell'articolo 62 nato per proteggere la filiera alimentare italiana indebolita dalla crisi. E informa: "un responsabile acquisti della grande dsitribuzione che deve decidere può scegliere tra 500.000 codici di prodotti" il che implica una forte efficienza logistica nella rapida consegna, trasporti veloci, scorte ben gestite.
GIGANTI Come testimoni del mondo della GDOsono stati chiamati Coop (13 milairdi di fatturato) e Conad (11 miliardi), il primo è il maggior gruppo del Paese ("con cui è difficile fare contratti, ma poi è un interlocutore serio ed etico" sottolinea Fornari) ed il secondo è la realtà più dinamica in fatto di crescita negli ultimi 5 anni di crisi. La galassia Coop conta 114 cooperative di cui 9 molto grandi. Acquista in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia e Toscana. La centrale nazionale fa contratti con i fornitori che sono quasi 13.000, nell'alimentare 1.500. Coop pratica oggi un percorso nuovo: "Territorio. Coop" per valorizzare prodotti locali. E ha numeri positivi anche a Piacenza, spiega Molinelli: "Crediamo molto nel prodotto a marchio, con una quota di mercato del 26% a marchio Coop, proviamo a comprare anche prodotti di nicchia." Si punta a valorizzare le peculiarità per un consumatore attento alla sostenibilità, al benessere e con prodotti locali di stagione o tipici. I risultati piacentini del primo anno sono più che incoraggianti, conferma Molinelli: 42 fornitori, 16 milioni di fatturato, tre producono con marchio Coop per 20 milioni di fatturato.
LA RICETTA Panzeri racconta invece la realtà Conad: 3mila punti vendita e 2.500 soci imprenditori, presente in 1.400 Comuni, con 6.800.000 famiglie che ogni settimana frequentano i punti Conad. Fiutata una certa stasi negli ipermercati, Conad ha "taglie" più piccole e più capillari. Qui si nota una forte crescita delle vendite dell'agroalimentare, il mondo del freschissimo è un è un fattore di fidelizzazione e se il primo prezzo pesa solo per il 3% delle vendite, tutto ciò che ha un marchio cresce molto e ha grande potenziale, il 70% di di ciò che si vende è collegato a marchi noti o a nomi leader. Per Conad c'è spazio anche per vere "marche locali autorevoli nel territorio".
