Decanter, Wine Spectator e Wine Advocate. Sono praticamente
loro, le “spietate” guide internazionali, a decidere il mercato del vino all’estero e per l’Italia, ancora oggi, a farla da padroni
sono Toscana e Piemonte. Produzioni che però, poco per volta e non senza fatica, cominciano ad essere “insediate” dai vini di altre regioni, compresa la nostra. Un bonarda della Valtidone ha ricevuto la menzione “commended” nella guida Decanter, una sorpresa e una gioia per il panorama enologico piacentino. «Dire che sono contento è poco – dice Enrico Sgorbati, titolare della Cantina Torre Fornello di Ziano e produttore del bonarda Latitudo 2003, quello menzionato nella guida – non me l’aspettavo e soprattutto la menzione rappresenta un “passo” nuovo per la mia azienda. All’estero chi compra il nostro vino si basa sostanzialmente sul Gambero Rosso e sulle guide internazionali. Essere presenti su una di quelle significa aprirsi una strada prima sbarrata, che verrà ora battuta dal nostro distributore, in particolare per il mercato canadese. Decanter è una rivista che negli Stati Uniti e in Canada viene presa molto in considerazione dall’opinione pubblica e
viene utilizzata come metodo di valutazione dal monopolio canadese prima di decidere se inserire o meno un vino sul mercato».
Il Latitudo 2003 (è in commercio anche il 2005 ed è ancora in commercio il 2001) è un bonarda che iene fatto sono in annate adatte, da na vigna del 1976 che ha una resa olto bassa per ettaro. La vinificazione revede dieci giorni di macerazioni
sulle bucce e il vino rimane 17 mesi nelle botti di legno. Questo per dare l’idea di quanto non si stia parlando di un bonarda dolce e frizzante, quello a cui forse si è più abituati.
«Il Latitudo è un vino strutturato e particolarmente longevo, proprio razie alla lunga macerazione e alla orte componente di tannini» spiega l produttore.
Il vino di Torre Fornello è l’unico piacentino a essere menzionato dalla guida, insieme a un altro emiliano, n sangiovese. «E’ eccezzionale che si tratti di un bonarda» conclude Enrico
Sgorbati, che nei prossimi mesi, c’è da scommetterlo, sarà con la valigia in mano più di quanto già non lo fosse prima di comparire in una guida internazionale.
Elena Salini (La Cronaca, 06/12/2010)